Newsletter #5, Giugno 2020

L'importanza delle Medical Humanities

Nata dalla volontà di un gruppo di amici convinti che curare non potesse essere questione solo di tecnica e di protocolli, e che l’etica medica dovesse svilupparsi nelle Medical Humanities - o nell’appellazione sempre più corrente di Umanesimo Clinico - la Fondazione Sasso Corbaro festeggia quest’anno vent'anni di esistenza. Per diffondere questo modo di affrontare il mondo della sofferenza, della malattia e della cura, nell'ormai lontano 2000 fu creata una fondazione e furono invitate a prendere parte al suo consiglio, insieme a medici e specialisti della cura, anche persone completamente estranee al mondo sanitario.

Fu così che, su proposta del mio amico Roberto Malacrida, sono entrato nel consiglio di fondazione nel 2006, e nel 2015 ho avuto l’onore di esserne nominato presidente. In questa occasione, conscio dell’importanza del mio incarico, decisi di seguire un Master in Medical Humanities, organizzato dalla stessa Fondazione. Di formazione economista e avendo fatto tutta la mia carriera professionale nel mondo bancario, non avevo infatti mai valutato prima il grande valore delle tematiche difese e divulgate dalla Fondazione. 

Questo inciso personale vuole sottolineare quanto ancora oggi io reputi 'forte' la problematica della diffusione di una tematica che dovrebbe essere nota a tutti, a prescindere dall’età e dalla cultura. Conosco molte persone ignare di cosa siano le Medical Humanities che, dopo esservi state introdotte, ne ammettono l’effettiva importanza nella nostra società. Malgrado l’informazione ricevuta, purtroppo, molti rimangono però ancora indifferenti a tale materia. Questo perché viviamo in un mondo che mette da parte le persone fragili e in stato di precarietà fisica e psichica; ad esempio le persone anziane che vivono sempre più segregate, e una società dove i sani tendono a dimenticare che l’ospedale è un luogo dove si soffre e si muore, e non soltanto un posto dove si aggiustano i piccoli infortuni. 

Stiamo uscendo, o piuttosto stiamo tentando di uscire, della peggiore crisi sanitaria dalla terribile 'influenza spagnola' (dimenticando, forse, l’epidemia del 1969 dove una classica influenza causò diverse migliaia di morti in Svizzera). Mai come in questi mesi di confinamento mi è sembrato che gli scopi della nostra Fondazione siano delle reali esigenze per la popolazione, e che necessitino di maggiore diffusione. Durante questi momenti di smarrimento mettere al centro il paziente, il cittadino, il familiare, con le sue paure le sue angosce e le sue domande sembra un’evidenza.  

Per ovvie ragioni, anche noi in questi giorni difficili abbiamo dovuto fermare le nostre attività di formazione, che - con un po' di ottimismo - speriamo riprenderanno il prossimo autunno. Per fortuna questo tempo di stasi ha fatto sì che si concretizzassero diversi progetti di ricerca, riguardanti principalmente il vissuto della pandemia, e che si proseguisse con l'organizzazione di eventi diventati ormai tradizioni per la Fondazione, come l'annuale Convegno dedicato ai curanti.

Tanti dicono che il nostro mondo non sarà più lo stesso dopo questi mesi dove siamo stati messi tra “parentesi”. Ma avremo imparato qualcosa? Cambieremo il nostro modo di vivere, di produrre e di consumare? Me lo auguro e sono certo che la Fondazione Sasso Corbaro saprà portare il contributo necessario.

Philippe Tron Lozai

Curare la notte, curare di notte
Prendersi cura dei curanti 4

Convegno annuale della Fondazione Sasso Corbaro
15 ottobre 2020 | 08:30 - 17:30 | Monte Carasso, Bellinzona
La Fondazione Sasso Corbaro è felice di presentare l'annuale Convegno di riflessione sul significato e sulle buone pratiche del prendersi cura. Al centro dell'edizione 2020 sarà la notte: come confrontarsi con le zone d’ombra dove la comprensione dell’esperienza di cura viene a mancare? Come riuscire a curare la notte, a fare chiarezza sul buio di fronte a Sé e nell’incontro con l’Altro? 

Clicca qui per scaricare la locandina e l'introduzione al Convegno.
Programma
Conferenze

Stare di fronte al buio dentro di Sé
Graziano Martignoni, psichiatra

Stare di fronte al buio della notte.
Esperienze e pensieri

Valentina Pifferi, educatrice sociale,
vegliatrice dormiente; Rosilde Gadola educatrice, vegliatrice attiva 

Stare di fronte al buio del trauma e
dell’urgenza

Enrico Citriniti, infermiere, insegnante SSSCI

Stare di fronte al buio del Grande Altro
Lorenzo Pellandini, educatore sociale,
direttore CARL

Stare di fronte al buio della memoria
Antonello Ambrosio, infermiere, 
insegnante SSSCI

 
Workshop 

Il buio, la notte e l’Oriente
Liliana Merk
, psicologa e psicoterapeuta  

Il buio nella formazione
Antonella Keller, vicedirettrice OTAF;
Graziano Martignoni, psichiatra;
Federica Merlo, operatrice sociale

Buio che incontra buio
Lorenzo Pellandini, operatore sociale
e direttore CARL, e Sheila Bernardi,
psicologa

L’immagine del buio, l’immagine nel buio:
un atelier di arteterapia 

Federica Dubbini, arteterapista

 

Pensieri

Brevi approfondimenti, estratti di articoli, video, citazioni, idee, spunti o semplici annotazioni per riflettere insieme sui temi più attuali delle Medical Humanities.

«I can’t breathe. Non riesco a respirare. Le ultime parole dell’afroamericano George Floyd – soffocato dal ginocchio di un poliziotto di Minneapolis dopo dieci minuti di agonia – sono le stesse di Eric Garner, ucciso a Staten Island nel 2014. Parole diventate uno slogan di chi combatte per i diritti civili. Le stesse che avranno pensato i ‘frutti strani’ di Billie Holiday, quelli appesi ai pioppi dopo i linciaggi, “sangue sulle foglie e sangue sulle radici”, ormai incapaci di aprire la bocca al vento. “Un corpo nero dondola nella brezza del Sud”».
Lorenzo Erroi, "Perdere il corpo (in morte di George Floyd)", LaRegione, 30.05.2020

«Oggi tutti parlano e nessuno sta a sentire. Bisogna fare silenzio per poter ascoltare. Un silenzio attivo, che ti aiuta a percepire non solo il suono ma anche te stesso, la tua anima».
Ezio Bosso, Intervista a cura di Giuseppina Manin, Sette - Corriere della Sera, 02.08.2019

«La psyché nationale sort durablement ébranlée de cette [pandémie]. Réparer les vivants sera plus ardu que de lâcher des milliards pour redresser le tourisme. "Reconnaître que les endeuillés ont été maltraités par les mesures sanitaires, qu'il y a eu des morts injustes, ferait beaucoup de bien", dit Marie-Frédérique Bacqué. Une cérémonie nationale? "Ne pas en faire serait une erreur", poursuit-elle; "une catastrophe", renchérit Emmanuel Hirsch, car "il faut qu'on intègre ces morts dans notre histoire, qu'ils ne soient pas dans l'errance"».
Véronique Groussard e Marie Guicoux, "Réparer les vivants", L'OBS, 24.05.2020

Ocean Vuong e Claudia Durastanti: la lingua salvata
Salone del Libro di Torino, 16.05.2020

«Tutti abbiamo il nostro lessico familiare, la lingua tentata che parliamo con una madre, e poi c'è la lingua che ci proietta nel mondo, e, forse, ci fa diventare parte di una nazione». 

«Dobbiamo liberarci dalla corsa folle che ci ha intrappolati e dal credere che il tempo sia solamente denaro; dalla bramosia del superfluo; dalla tirannia delle cose, che ci allontana dall'Uomo; [...] dal credere che la felicità sia solo un diritto, quando il sorriso è un nostro dovere verso il mondo.».
Paolo Rumiz, "Liberiamoci dal male", Robinson - La Repubblica, 25.04.2020

«Saggezza, che non è erudizione, non solo sapienza e non solo competenza;
Silenzio, per una società della musica e non del rumore;

Solitudine, che non vuol dire “essere soli”;
Sollecitudine, una condizione per la Cura di Sé, dell'Altro e del Mondo;
Sogno, che crede nell'utopia che è il “sale della vita”;
Serenità, che non è frenesia, eccitazione, forse nemmeno lapilli di felicità, ma solo un dolce mare in cui navigare, lasciandosi cullare dalle onde in attesa di una nuova alba. [...]» Continua a leggere
Graziano Martignoni, "Piccolo manifesto per una normalità nuova", 14.05.2020

Un "curatore di anime". Incontro con Graziano Martignoni
Rete Due, Laser, 20-22.05.2020

«Una vita spesa per la cura, educando ad una cura alla vita».

«[Con la scrittura] la mia idea è quella di andare a guardare dentro un'esperienza vissuta che cosa c'è da illustrare e portare alla luce per gli altri. Non è quello che accadrebbe se facessi, ad esempio, psicanalisi; quello sarebbe un percorso personale, troverei sollievo per me. Ciò che io riesco a fare con la scrittura, e solo con essa, è rendere universale un'esperienza altrimenti soltanto intima e individuale». 
Annie Ernaux, Fahrenheit - Speciale Salone del Libro di Torino, RAI Radio 3, 15.05.2020

«Situation d'enseignement: en classe, l'image est toujours partielle et nous ne sommes soumis à nul autre regard. Ici l'écran de la classe virtuelle offre une sorte de panorama presque complet. Cette accumulation de fenêtres, de vues, de regards, de reflets me fait penser aux Ménines de Vélasquez. Dans Les mots et les choses, Michel Foucault analyse ce chef-d’œuvre. Il y évoque "un réseau complexe d'incertitudes, d'échanges et d'esquives", un tableau dans lequel "le spectateur et le modèle inversent leur rôle à l'infini"».
Mara Goyet, "Voilà ce qui se passe dans ma web-salle de classe", L'OBS, 23.05.2020

Sullo scaffale

Consigli di lettura, spunti di riflessione, recensioni di libri e film raccolti nel Centro di documentazione della Fondazione Sasso Corbaro.
Tutti i bambini tranne uno
Philippe Forest

Philippe Forest è un professore, scrittore e critico letterario e cinematografico. Tutti i bambini tranne uno (titolo originale L’enfant éternel) è il suo primo romanzo e lo scrisse quando aveva 35 anni nel 1997. Nel libro, Forest, racconta la vicenda di Pauline, la sua bambina, morta all’età di quattro anni a causa di un osteosarcoma. [...]
Perché leggerlo? Perché Forest si distanzia anni luce dalle molte narrazioni in cui il dolore personale viene usato per creare un’empatia effimera che, però, a mio avviso, una volta riposto il libro lascia al lettore poco o niente.troverete anche tanto, tantissimo, amore. [...] Continua a leggere

Carnaio
Giulio Cavalli

Giulio Cavalli è un giornalista, scrittore e attore teatrale. Molto spesso nel suo lavoro ha trattato il tema dell’immigrazione dal punto di vista di chi la vive in prima persona. Nel 2018 è uscito il suo romanzo Carnaio, finalista al premio Strega e al premio Campiello. In Carnaio, che è a tutti gli effetti un romanzo distopico, siamo a DF (citazione del Distrito Federal di Roberto Bolaño) un paese qualsiasi dell’Italia meridionale affacciato sulla costa, nel quale da un giorno all’altro iniziano ad arrivare ondate di corpi morti, tutti uguali. [...]
Perchè leggerlo? Perché ci spiega cosa succede quando, per proteggere il nostro operato, spostiamo l’etica «un po’ più in là» e decidiamo che quello che ieri «non era giusto» oggi «giusto», purtroppo, lo diventa.
Continua a leggere

Quasi amici
regia di Eric Toledano e Olivier Nakache

In seguito  a un incidente che lo ha reso tetraplegico, il ricco aristocratico Philippe assume Driss, ragazzo di periferia appena uscito di prigione, in qualità di badante personale [...].
Perché guardarlo? Chi cura chi? Questo potrebbe essere il sottotitolo del film ed è il fulcro della narrazione. I protagonisti sono due persone molto diverse tra di loro sia per classe sociale che per età e per formazione professionale. Philippe, ricco aristocratico e tetraplegico assume Driss, un ragazzo di periferia con un passato turbolento, come badante. Una relazione professionale che si trasforma in relazione di cura. Un rapporto di cura che migliora le vite di entrambi: curante e curato. Un curarsi reciprocamente: dal curare al prendersi cura.
[...] Continua a leggere

Dalla rivista per le Medical Humanities

Nell'attesa che arrivi l'autunno e, con esso, l'annuale Convegno della Fondazione Sasso Corbaro, vi proponiamo la lettura del Dossier «Prendersi cura dei curanti»: undici interventi che, sondando il tema dei bisogni dei 'professionisti della cura', hanno segnato la prima tappa di un felice percorso tematico giunto nel 2020, con «Curare la notte, curare di notte. Prendersi cura dei curanti 4», alla sua quarta edizione. Fra i contributi raccolti nel Dossier, particolarmente affine alle tematiche di questa Newsletter è il testo di Guenda Bernegger, dedicato all'importanza dell'umanesimo, dell'arte e della cultura in campo clinico.

Possono le Medical Humanities prendersi cura dei curanti?
Guenda Bernegger, rMH n. 39

La malattia è un evento troppo grande per poter essere affrontato da un singolo individuo – e questo vale tanto per il malato, quanto per il curante. Per tale ragione, chi cura ha bisogno di dotarsi di strumenti anche culturali e di potersi appoggiare su di essi, dialogando con le scienze dello spirito e le arti, che da sempre hanno contribuito a pensare e rappresentare cosa voglia dire essere uomo, nella salute, nella malattia, nella sofferenza. Leggi l'articolo

Agenda

We Are One: A Global Film Festival
 

Nell'arco di dieci giorni, attraverso un'unica piattaforma ad accesso gratuito, le venti rassegne cinematografiche più importanti al mondo rispondono così alle restrizioni imposte dall'emergenza sanitaria:  «we are one - il cinema è vivo e coeso, e noi siamo un unico, grande festival globale». La rassegna virtuale pescherà dall'archivio dei festival che hanno aderito all'iniziativa (fra cui: Berlino, Cannes, Locarno, Karlovy Vary, Sundance, San Sebastian, Toronto, Tribeca, Venezia), ma presenterà anche diverse novità.
Quando? Dal 29 maggio al 7 giugno 2020
Dove? Sul canale YouTube We Are One e sul sito www.weareoneglobalfestival.com

POESTATE 2020
 

Il più antico festival letterario della Svizzera Italiana torna quest'estate, a 23 anni dalla nascita, in una veste nuova: dal 4 al 6 giugno 2020 POESTATE sarà online, in diretta streaming. Un'affascinante rosa di ospiti da seguire tutte le sere a partire dalle 18:00, per riassaporare la parola poetica in tutte le sue forme: dai grandi della storia della letteratura ai giovani talenti emergenti, dal classici all'avanguardia, dal locale al globale.
Quando? Dal 4 al 6 giugno 2020
Dove? Sul canale YouTube ticinonline e sul sito www.poestate.ch

Covid-19 e cambiamento. Tra nuovi equilibri e vecchie organizzazioni familiari e personali
 

Il covid-19 è arrivato improvvisamente nelle nostre vite ed ha cambiato abitudini e modi di relazionarci agli altri. Che impatto ha avuto la quarantena nella vita di ciascuno di noi e come ne ha mutato la struttura familiare?
Webinar condotto da Aurora Rossi, psicologa e psicoterapeuta

Quando? Lunedì 8 giugno 2020, ore 18:30
Dove? Sul sito www.formazionecontinuainpsicologia.it
Come? Registrandosi qui

Seminars in Biomedical Neurosciences   

La Facoltà di Scienze Biomediche dell'Università della Svizzera Italiana (USI) e il Neurocentro dell'Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) presentano il settimo appuntamento del ciclo «Seminars in Biomedical Neurosciences». Relatore di questa sessione sarà il DR Kuhle Jens, dell'Università di Basilea.
Quando? Mercoledì 1 luglio 2020, ore 17:30
Dove? Biblioteca del Neurocentro, Ospedale Civico di Lugano
Istituto associato a: 
Sede operativa:
Via Lugano 4a
Piazzetta Lucia Buonvicini
CH - 6500 Bellinzona

Contatti:
T +41 91 811 14 25
fondazione@sasso-corbaro.ch
www.sasso-corbaro.ch
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